In dicembre alcune indagini del ROS avevano portato all'arresto di 37 persone (e al sequestro di beni per oltre 200 milioni di euro), rivelando un inquietante sistema mafioso e corruttivo dilagante in tutta la capitale. I numerosi capi di imputazione andavano dal riciclaggio di denaro alle false fatturazioni, dall'estorsione alla corruzione, ma anche associazione di stampo mafioso, turbativa d'asta, usura e trasferimento fraudolento di valori, nonché altri reati. Il sistema era estremamente ramificato nella città e coinvolgeva, in modo preoccupante, anche i finanziamenti e gli appalti pubblici, la gestione dei campi ROM e dei centri di accoglienza, la manutenzione del verde pubblico e lo smaltimento dei rifiuti.
Nella vicenda spicca un personaggio chiave: Massimo Carminati, detto "Il Guercio". I suoi contatti sono, a dir poco, inquietanti: inizia la sua carriera criminale frequentando gli ambienti di estrema destra dei Nar ("Nuclei armati rivoluzionari") e finendo con l'avere contatti anche con quella che, poi, negli anni '70, sarebbe diventata la "Banda della Magliana". Nel '98 viene condannato a 10 anni di reclusione e, subito dopo, si trasferisce all'estero; fa il suo ritorno nella capitale qualche tempo dopo, riuscendo a tessere la trama di questo fitto sistema malsano, corrotto e mafioso, anche grazie all'amicizia che lo lega all'allora sindaco di Roma, Gianni Allemanno (coinvolto nell'inchiesta, insieme a gran parte dell'ex Giunta capitolina).
Recenti Sviluppi:
Recentemente la Procura di Roma ha chiesto, per 34 dei 37 imputati, il giudizio immediato. Il Gip ha accolto la tesi della procura che chiedeva di contestare, a questi indagati appunto, l'associazione a delinquere di stampo mafioso, ovvero il celeberrimo 416bis. Tra i destinatari di questo provvedimento spiccano le figure di Massimo Carminati; Salvatore Buzzi (l'uomo delle cooperative) colui che, in un'intercettazione, diceva: "con gli immigrati si fanno più affari che con il traffico di droga"; e Luca Odevaine, ex vice capo di gabinetto di Walter Veltroni ed ex capo della polizia provinciale di Roma, che intascava i soldi che gli venivano dati dall'uomo delle cooperative, lui stesso ammette: "Avevo un ruolo di facilitatore e spiccia problemi".
Il rito immediato consentirà alla Procura di saltare la fase delle udienze preliminari.